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Lampi di glicine ..
La femminilità riscopre le tinte pastello per il daywear, e luccicanti tonalità metal per la sera. Stampe animalier interpretate con grafismi inediti. Il classico black & white alternato a righe oblique. Acido, lime, ramarro, foresta, bottiglia, erba: il verde conquista le passerelle.
Niente di romantico o, citando le millennials con smartphone incorporato, ‘girlish’. Pur essendo senza dubbi una tonalità pastello il glicine, tra i colori più frequenti delle collezioni primavera/estate 2018, non risente di alcun retaggio legato all’adolescenza ma viene anzi utilizzato per sottolineare una certa emancipazione sociale. I power suit di Max Mara e Victoria Beckham mettono in risalto un codice stilistico che mixa leggerezza e autorità senza ricorrere a nuance inflazionate come il solito office grey o il prevedibile total black. Per enfatizzare la femminilità si ricorre alle trasparenze impalpabili viste sulla passerella di Angela Missoni che ha festeggiato i vent’anni al timone creativo della maison di famiglia.Dopo il tramonto optare per tessuti glitterati, la lunghezza dell’orlo è variabile ma le calzature rasoterra sono bandite, pena il rischio di essere confuse per liceali in libera uscita. Da sempre le stampe animalier evocano le provocanti creazioni di Roberto Cavalli. L’esordio di Paul Surridge, nuovo direttore creativo del brand, ha tenuto conto dell’intramontabile desiderio di seduzione a cui vengono associati i pattern felini ma, allo stesso tempo, un grafismo inedito ha saputo rielaborarli in maniera pulita, lineare, contemporanea. La sfilata-tributo dedicata a Gianni Versace in occasione del ventennale della scomparsa dello stilista non ha solo riportato sulla passerella le top model dei mitici anni 80 ma ha anche ricordato quanto lo stilista calabrese fosse in grado di eccellere nell’enfatizzare la sensualità del corpo femminile, tra stampe pop, barocche e, ovviamente, animalier.Prada, Gucci e N°21 eleggono a capo must-have il graffiante soprabito stampa all over, magari in vernice o bordato di pelliccia. Se non si sa da che parte andare meglio esplorare nuove strade stilistiche anziché rifugiarsi in quelle già percorse. Lasciare agli architetti linee verticali e orizzontali per tuffarsi in un guardaroba animato da righe oblique. I colori a contrasto delle bande assicurano una joie de vivre dal sapore retrò, vedi Antonio Marras. La vivacità degli anni 80 rivive attraverso accostamenti audaci firmati Philosophy di Lorenzo Serafini e giacche over viste sulla centesima passerella di Dries Van Noten. Da Kenzo e Fendi, invece, le linee non si limitano a seguire una sola direzione ma si incontrano, scontrano e sovrappongo in un crash visivo ipnotico. Per far riposare lo sguardo tenuto costantemente in ostaggio dagli schermi retroilluminati di tablet e smartphone basta azzerare la gamma spettrale.Ripudiare effetti speciali e proiezioni 3D in favore di un classico in bianco e nero. Il fascino senza tempo di Grace Kelly e Isabella Rossellini sembra aver ispirato le eleganti proposte che hanno come protagonisti lo yin e lo yang della scala cromatica. Persino un creativo maximalista come Fausto Puglisi ha virato verso il raffinato black and white fatto di pizzi, macramè e trasparenze ispirate all’american icon Carolyn Bessette.Dalle grafiche optican di John Richmond ai fiori stilizzati di Marc Jacobs anche le stampe sembrano dare priorità unicamente a luce accecante e buio assoluto, senza sfumature intermedie, ad eccezione del verde. Il colore un tempo meno utilizzato dai fashion designer si prende la sua rivincita tra fiori wallpaper (Marni), omaggi all’Oriente (Roccobarocco) e patchwork (Stella McCartney). Dalle sfumature smeraldo al denso color bosco passando per i pigmenti più acidi fino al verde ramarro. Perfetto in total look oppure accostato ad accessori in contrasto, sconsigliato a chi non ha voglia di osare, ideale per le addicted dei filtri tecnicolor cresciute osannando le tele ipersature di Andy Warhol.Proprio il Re Mida della Pop Art apprezzerebbe certamente gli abiti satinati, glitterati, brillanti, luccicanti, abbaglianti che ricordano le mise indossate dalle dive del mitico Studio 54. Dai mosaici di Maria Grazia Chiuri per Christian Dior alle proposte new-glam di Francesco Scognamiglio, un po’ eighties, un po’ femme fatale. La notte si illumina si cromie metalliche che celebrano la vitalità di quegli anni strizzando l’occhio ai celebri outfit della Carrà catodica e, contemporaneamente, alla stagnola di certi cioccolatini nostrani. Tempi duri per i fautori di Mies van der Rohe: less is a bore.

GB