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Nuove idee per il lusso
22.02.2017
A Lineapelle è già estate. La fiera leader mondiale di pelli e materiali
per il mondo fashion va in scena dal 21 al 23 febbraio a Fieramilano
Rho con le novità per la P/E 2018, presentate da un numero di aziende in
crescita rispetto all’edizione di un anno fa, quando gli espositori
furono 1.155, e con una particolare valorizzazione delle aree trend,
dedicate alla selezione delle proposte più innovative elaborate da
concerie, accessoristi, componentisti e tessutai. Le prime indicazioni
sui trend raccontano di nuovi colori, che dai toni pastello virano verso
una freschezza inedita e digitale, e di una certa voglia di osare nello
stile per sostenere il cambiamento del sistema moda, dopo stagioni di
relativa cautela. Si punta sull’innovazione come strumento per rimettere
in moto un mercato incerto, condizionato dalla congiuntura
internazionale sfavorevole e dalle tensioni politiche che
inevitabilmente pesano sui consumi di fascia alta. Unic, l’associazione
delle imprese del settore conciario, stima una chiusura a fine 2016 (i
dati definitivi saranno disponibili a giugno) in flessione del 3-4%
rispetto ai 5,2 miliardi di euro dell’anno precedente, per effetto delle
difficoltà sul fronte della domanda per calzatura e pelletteria, non
del tutto compensate dall’ottimo andamento dell’automotive per gli
interni in pelle. La diminuzione delle vendite è distribuita in maniera
più o meno uniforme tra mercato interno ed export, quest’ultimo in
ribasso del 4,9% in valore nella prima parte del 2016 principalmente a
causa dell’area cinese, da oltre vent’anni principale destinazione delle
esportazioni di pelli made in Italy, che ha ridotto gli acquisti di
oltre il 20 per cento.Le notizie migliori arrivano da Francia (+19,2%), Stati Uniti
(+10,1%) e India (+18,9%). La fiera milanese, con la presentazione delle
novità e con la sua capacità di attrazione verso i big della moda
globale, agisce in genere da stimolatore della domanda e anche
quest’edizione, la numero 92 di Lineapelle, dovrebbe confermare la
regola. “C’è un clima di positività, riscontrato anche nei due nostri
precedenti appuntamenti internazionali di Londra e New York”, dichiara a
Pambianco Magazine Gianni Russo, presidente
di Unic. “Siamo consapevoli di offrire ai nostri buyer prodotti di
grande ricerca e di qualità e ci aspettiamo la ripartenza di alcune
economie importanti e dei nostri settori a valle”. C’è attesa per la
risposta dei buyer statunitensi che hanno offerto un segnale positivo
già all’ultima edizione di Lineapelle New York (1 e 2 febbraio), chiusa
con il +8% di affluenza. “Gli Stati Uniti – evidenzia Russo, titolare
del gruppo conciario Russo di Casandrino (Napoli) – hanno chiuso in
crescita per il settimo anno consecutivo e mostrano uno scatto a due
cifre. Tra i mercati trainanti compaiono anche Francia, Spagna e Regno
Unito. In Asia c’è un rimbalzo del Giappone, crescono Corea del Sud,
India e Vietnam, quest’ultimo a parziale compensazione del calo cinese.
Sono invece in negativo la Germania e il Portogallo”. Il comparto del
lusso, dopo due anni di riflessione, promette un miglioramento. “Il
mercato cresce, forse più nel cosiddetto lusso accessibile, ma a
rassicurare è il fatto che la pelle è un prodotto imprescindibile per la
quasi totalità dei brand, alcuni dei quali evidenziano ottime
performance perché innovano e stimolano il consumo. Chi invece non
riesce ad adeguarsi al nuovo scenario di mercato, rimane indietro”.
Lineapelle sarà anche l’occasione per ribadire la leadership della
conceria italiana nelle produzioni sostenibili, premiate dal mercato. “I
tempi – evidenzia il presidente Unic – sono maturi per un nuovo
approccio alla sostenibilità, che coinvolga l’intera filiera pelle; un
paradigma che diventi un elemento integrato di valore per sviluppare in
modo concreto ed efficiente le relazioni industriali e commerciali tra
tutte le parti”. Le concerie hanno avviato un rapporto di sistematico
confronto con i brand di fascia alta, trasformato ormai in partnership.
“Continuiamo e continueremo a collaborare, valutando le esigenze
reciproche e ponendoci obiettivi responsabili”, conclude Russo.
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Profonfo Rosso
07.03.2017
Reinterpretazione. La parola chiave per delineare le principali tendenze
delle collezioni pre-fall 2017 ruota intorno alla rivisitazione di
concetti tradizionali presentati mediante un nuovo significato
stilistico. La forza commerciale delle proposte che anticipano di tre
mesi i look di sfilata (e restano quindi negli store quasi un anno) vede
il rilancio di codici consolidati attraverso nuove formule.
Il rosso, ad esempio, perde la sua aurea di femminilità assoluta. Più
che ispirarsi allo svolazzante abito scarlatto indossato da Kelly
LeBrock nel cult-movie anni 80 ‘The woman in red’ il colore viene
utilizzato per indumenti intrisi di contemporaneità. La femme fatale
Jessica Rabbit lascia il posto alla working woman in tailleur pantalone,
come proposto da Riccardo Tisci nella sua ultima collezione prêt-à-porter per Givenchy. Che sia lacca, porpora o scarlatta la tinta segue, è il caso di dirlo, un fil rouge che dai volumi impalpabili di Lanvin arriva al fur coat Miu Miu fino al cappotto in vernice firmato Msgm.Allo stesso modo la pelle non viene utilizzata solo come emblema di mood
rock-punk ma acquista un inedito romanticismo. A chiodi e pantaloni
total black si affiancano mise girly come i minidress bordati di pizzo
di Francesco Scognamiglio o gli abiti iper decorati di Alessandro Michele per Gucci.
I rimandi fetish svaniscono grazie a fiocchi, nastri e balze
protagonisti di un crash stilistico irresistibile. Più che affini alle
tute aderenti indossate da Halle Berry in ‘Catwoman’ le proposte in
pelle sembrano pronte per essere indossate, senza malizia, dalle nuove
Insta-star Selena Gomez e Ariana Grande. Anche il denim, tessuto
dall’heritage workwear, perde i connotati che lo hanno reso celebre e
viene assorbito dalla destrutturazione collettiva.I boyfriend jeans tanto in voga nelle ultime stagioni lasciano spazio a
pantaloni cutting edge e, soprattutto, a una miriade di gonne. Il peso
della tela non sembra influire sulla vaporosità degli indumenti. Kate Spade New York abbina diverse tonalità di blu giocando con un color blocking dal sapore retrò. Jeremy Scott per Moschino
stampa scene rinascimentali su abiti dalle impunture a contrasto chiusi
con i tradizionali bottoni metallici; l’espediente creativo sarebbe
stato molto apprezzato dall’’angelico’ Elio Fiorucci.Restano invece ancorati ai canoni sartoriali gli abiti da sera. Tessuti
scivolati e tagli geometrici accentuano una verticalità interrotta solo
da spacchi strategici. Seta, raso e chiffon sono i protagonisti
principali di creazioni pensate per occasioni speciali: eventi, gala,
cerimonie di premiazione. Brand rinomati per l’alto tasso di sex appeal
trovano terreno fertile accentuando le curve femminili con sapienza e,
talvolta, spregiudicatezza. Dall’omaggio alla Roma Imperiale di Fausto Puglisi alle sirene metropolitane di Roberto Cavalli: il fattore glamour non rischia l’estinzione.
Sono passati più di vent’anni ma ‘Lemon tree’, tormentone estivo della
band tedesca Fool’s Garden, descrive perfettamente la febbre gialla che
dilaga in molti atelier. Il colore primario, già protagonista delle
passerelle maschili per l’autunno/inverno 2017-18, illumina sia abiti
formali che casual. Abbinato a calzature in tinte neutre o ad accessori
in contrasto come il blu elettrico proposto da Emilio Pucci. La lucentezza delle sfumature pastello si attenua gradualmente arrivando ai toni del senape o, come sulla passerella di Valentino,
arriva a risplendere puntando su pigmenti acidi. La cappa merita il
titolo di capo must have coniugando perfettamente charme e praticità.
Perfetto per i primi freddi autunnali l’indumento si arricchisce di
applicazioni e decori retrò. Le lunghezze variano in base all’occasione
d’uso; oltre il ginocchio quando funge da capospalla contro le
intemperie (Fendi, Sonia Rykiel), più corto nel ruolo di complemento come suggerito da Versace e Blugirl.
Maria Grazia Chiuri, direttore artistico di Christian Dior,
lo personalizza con una micro stampa pied-de-poule che, abbinata a
stivali e cappello con visiera, strizzano l’occhio a una divisa da
cavallerizza urbana pronta a cavalcare seguendo solo il proprio ritmo.
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Fiumi di parole
..
Tutto è iniziato con la passerella d’esordio di Maria Grazia Chiuri da Christian Dior.
Lo scorso settembre il nuovo direttore creativo della maison francese
aveva proposto una t-shirt immacolata caratterizzate dallo slogan ‘We
should all be feminists’. Sei mesi dopo i messaggi si sono moltiplicati a
dismisura e, complice l’elezione di Donald Trump, le collezioni per
l’autunno/inverno 2017-18 sono state investite da un inedito valore
politico. ‘The future il female’, ‘Revolution has no borders’, ‘I am an
immigrant’, ‘Neverteless she persisted’, lo stilista di origini nepalesi
Prabal Gurung utilizza i propri capi come manifesti
per comunicare tutta la sua disapprovazione nei confronti delle recenti
decisioni prese dall’amministrazione americana in termini di diritti
civili.Sulla stessa scia anche, tra gli altri, Creatures of comfort, Christian Siriano e Public School. Durante la Milano fashion week gli slogan acquistano significati diversi, Versace
punta sull’emancipazione femminile sintetizzando i concetti in singoli
termini presenti su abiti, accessori e calzature: courage, loyalty,
love, equality, unified. Moschino, Jeremy Scott e Grinko virano verso l’ironia mentre sui capi di Stella Jean
si legge ‘One. No one. 100.000 km’, sigla che simboleggia il solo e
unico territorio di nascita di ciascun individuo, l’impossibilità di
misurare l’interiorità personale e i kilometri che si potrebbero
impiegare per avvicinarsi a culture e popoli lontani.Le sfilate milanesi coincidono, come di consueto, con la consegna dei
premi Oscar; gli abiti da sera presentati da molti brand sembrano
pensati appositamente per il red carpet e, complici le tonalità metal,
addirittura ispirati alla preziosa statuetta dorata. L’iperdecorativismo
di Gucci, la femminilità di Elisabetta Franchi, il romanticismo quarantennale di Blumarine, l’eleganza di Bottega Veneta
trovano il proprio comun denominatore in creazioni laminate,
glitterate, specchiate. Un patchwork cromatico distingue invece gli
outfit composti da tonalità diverse accostate a contrasto; schegge
impazzite che trovano dimora su mise vibranti di forme e colori.Linee rette e campiture geometriche sulla passerella di Laura Biagiotti
che sembra quasi ispirarsi alle tele suprematiste di Piet Mondrian o
alla serie ‘Omaggio al quadrato’ di Josef Albers. Più disordinate le
tessere di Christopher Kane, giochi di trasparenze per Cédric Charlier, sapienti elementi stonati da Giorgio Armani. Fausto Puglisi
affina il suo color blocking con maxi-cuciture décor capaci di legare
colori e linee audaci. Impalpabili, leggere, trasparenti. Probabilmente
alcune delle creazioni più “nude” viste in passerella saranno
parzialmente foderate prima di approdare nei negozi ma la sensualità
emanata è senza dubbio tangibile. Abiti quasi evanescenti capaci di
rendere lieve persino il nero. Décolleté scoperti con raffinatezza,
dalle rouches di Francesco Scognamiglio all’effetto tattoo di Alexander McQueen.Alessandro Dell’Acqua, direttore creativo di N°21,
rende omaggio ad Anna Magnani, diva assoluta del cinema italiano,
ricamando fiori luminosi ispirati al film ‘La rosa tatuata’. Infine due
evergreen: uno legato a doppio filo al guardaroba femminile, l’altro
rubato a quello maschile. La stampa animalier è ormai un leitmotiv delle
collezioni per le stagioni più fredde. Leopardo, giaguaro, tigre. Le
macchie feline abbondano, che si tratti di pellicce vere (Simonetta Ravizza) o fake (Au Jour Le Jour). Philosophy di Alessandro Serafini se ne appropria per i trench-coat dal sapore retrò, Salvatore Ferragamo
mixa pattern diversi creando un inedita sovrapposizione visiva da
indossare con accessori a contrasto, Etro fonde i segni animali con il
tradizionale motivo paisley.Marco De Vincenzo, esponente di spicco della new wave made in Italy,
propone un animalier unico: ogni singola macchia viene cucita al capo
creando un effetto 3D speciale, e prezioso. Il fashion show di Massimo Giorgetti, fondatore e direttore creativo di Msgm,
è ispirato a ‘Twin Peaks’, telefilm cult degli anni 90 che tra pochi
mesi tornerà in palinsesto dopo sedici anni. Il cappotto rigato dal
taglio maschile è proprio di quel periodo così come le giacche
doppiopetto di Aquilano.Rimondi e i pantaloni a vita alta di Trussardi,
tutti caratterizzati dalle sottili linee bianche su tessuto scuro.
Motivo formale un po’ gangster, un po’ garçonne, molto sensuale se
destrutturato e utilizzato per una gonna con spacco come sulla
passerella di Daks. Nineties are back.
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Gli italiani di Grape Leather vincono il premio H&M
..
Sono italiani i primi classificati del Global Change Award, premio annuale di H&M Foundation per le innovazioni che possono reinventare il settore moda. Il team,
capitanato da Rossella Longobardo e composto da Gianpiero Tessitore,
Francesco Merlino e Valentina Longobardo, ha vinto il primo premio di
300mila euro grazie al progetto Grape Leather, il quale prevede di produrre pelli vegetali a partire dall’uva e dagli scarti della produzione del vino.
“Ci rallegra profondamente che una Fondazione così prestigiosa abbia
riconosciuto il valore della nostra innovazione e abbia fortemente
creduto in essa”, ha dichiarato Rossella Longobardo. “Il nostro primo
obiettivo sarà di concentrarci nel passaggio da un progetto pilota a una
produzione su scala industriale del nostro tessuto e di iniziare una
rivoluzione verde, cruelty-free all’interno del settore della
pelletteria, risolvendo così le problematiche attuali e il
sovra-sfruttamento”.
Il Global Change Award, giunto alla sua seconda edizione, aveva stanziato una somma di 1 milione di euro da suddividere tra i primi cinque classificati, scelti attraverso una votazione online.
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È il momento dell’outerwear di lusso
..
I capispalla stanno vivendo il loro momento d’oro. A decretarlo uno
stuolo di addetti ai lavori capitanati da buyer internazionali che
stanno constatando il successo di una categoria merceologica in ascesa
dopo le collezioni delle ultime stagioni. “L’outerwear – dichiara a Business of Fashion Lisa Aiken, retail fashion director di Net-a-Porter
– sta certamente proliferando. Le donne voglio versatilità e più
scelta. Ci sono stati momenti in cui si poteva decidere un outfit e
aggiungere un cappotto qualsiasi. Adesso le persone hanno capito il
valore di un capospalla dato l’ammontare di situazioni in cui viene
indossato”. Oltre a N-a-P anche MatchesFashion e Nordstrom
sembrano sintonizzati sulla stessa frequenza, avendo accresciuto i loro
acquisti di capispalla nelle ultime tre stagioni: “Abbiamo aumentato
la categoria di circa il 105% rispetto all’anno scorso”, continua Aiken.
Natalie Kingham, womenswear buying director di MatchesFashion, parla di crescita triple digit per quanto concerne i capi donna luxury acquistati per la stagione A/I 2017-18, comprendendo brand come Calvin Klein e Balenciaga.
Secondo Euromonitor, lo scorso anno il mercato
globale dell’outerwear di lusso ha raggiunto gli 11 miliardi di dollari,
in netto aumento rispetto agli 8,75 del 2011. Il settore comprende
diverse sotto categorie tra cui imbottiti, capi tecnici, giacche, trench
e cappotti.
I brand specializzati come Moncler, Canada Goose e Yves Salomon
accolgono con entusiasmo la tendenza. “La richiesta di diventare un
brand three-season continua a crescere”, ha dichiarato il presidente e
CEO di Canada Goose Dani Reiss. E, parallelamente, anche i marchi emergenti stanno focalizzando le loro proposte sui capispalla, in prima linea Off-White, Awake e Saks Pott. Anche Mr & Mrs Italy,
brand italiano famoso per i propri parka con inserti in pelliccia, ha
visto una crescita nella stagione primavera/estate, che oggi copre il
20% delle vendite totali.
Il capispalla potrebbero raggiungere il successo di categorie
merceologiche quali borse e scarpe? I margini di guadagno più bassi e la
tradizionale presenza di sconti stagionali suggeriscono il contrario,
senza contare che nel 2016 il valore globale del mercato delle borse di
lusso si è attestato a quota 38,8 miliardi di dollari, 77% più grande
rispetto a quello del luxury outwear. Ciò nonostante i margini di
crescita sembrano molto favorevoli, “Finché i brand riescono a mantenere
una dose di novità nell’outerwear possiamo aspettarci una crescita in
futuro. Sono a rischio i marchi che continuano a riproporre le stesse
cose”, dichiara a Business of Fashion Matt Powell, analista della compagnia di ricerche Npd.
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Cnmi, settore a 86 mld di euro (+3%)
..
Milano scalda i motori per una fashion week ‘extralarge’. Cnmi-Camera nazionale della moda italiana
ha svelato questa mattina in una conferenza stampa che si è tenuta a
Palazzo Marino i dettagli della prossima edizione, in calendario dal 20
al 25 settembre. E il termine extralarge non è a caso: a rafforzare il
calendario ci sarà, infatti, Milano XL – La festa della creatività italiana, l’iniziativa nata dall’accordo di sistema tra il ministero dello Sviluppo economico e Comune di Milano, con Confindustria e Fondazione Altagamma come registi, grazie al supporto di Agenzia Ice. Iniziativa che si tradurrà in 7 installazioni che animeranno la città tra il 16 e il 26 settembre.
Claim di Milano Moda Donna sarà “Follow the green”, a sottolineare l’impegno sulla sostenibilità intrapreso dalla Cnmi. Un tema al centro dei Green Carpet fashion awards,
il maxi evento dedicato alla moda sostenibile che andrà in scena sabato
24 settembre al Teatro La Scala. “Saranno degli Oscar della moda
sostenibile, durante i quali premieremo grandi marchi che hanno
intrapreso con energia questo percorso, ma anche artigiani, produttori e
giovani”, ha dichiarato il presidente di Cnmi Carlo Capasa.
“Abbiamo voluto fosse un evento tra moda e spettacolo, con grandi
ospiti internazionali impegnati nel sociale e nella sostenibilità”. Tra
le presenze, confermate quelle del ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda e il sottosegretario Ivan Scalfarotto.
L’edizione di settembre punta a essere il “numero zero” di un nuovo
corso per la fashion week, con l’ambizione di trasformare Milano nel
centro nevralgico del fashion system grazie anche alla presenza di
questi nuovi eventi, che sia Cnmi sia il Comune di Milano puntano a
rendere annuali. Una vetrina importante per un settore che, secondo le
stime di Cnmi, dovrebbe registrare quest’anno una crescita del 3% del
fatturato a quota 86 miliardi di euro.
Tornando alla fashion week, saranno 159 le collezioni
primavera-estate 2018 che saranno presentate a Milano, di cui 64
sfilate, 81 presentazioni e 20 eventi tra mostre, opening e
inaugurazioni. Riflettori puntati sui debutti di Paul Surridge da Roberto Cavalli e di Lucie e Luke Metier da Jil Sander, mentre a sfilare per la prima volta nel capoluogo lombardo saranno Albino Teodoro, Brognano, The-Sirius e Ssheena.
A testimoniare la nuova creatività italiana e internazionale sarà
ancora una volta il Fashion hub market, che negli spazi dell’Unicredit
Pavillion mostrerà le collezioni di 14 marchi. Novità di questa
edizione, il Young designer DHL award.
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L’export di pelli italiane vola nei 6 mesi (+15%)
..
La pelletteria italiana torna a vedere rosa nei primi sei mesi di quest’anno. Secondo i dati ufficiali Istat, diffusi questa mattina durante la conferenza di presentazione di Mipel,
nel periodo compreso tra gennaio e maggio le esportazioni hanno
sfondato quota 3 miliardi, in crescita del 15% rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno. L’incremento è risultato minore in quantità
(+4,6%), a testimonianza di come siano stati esportati prodotti di
maggior valore. “A fare bene sono stati i nostri best player: i Paesi
dell’Est (Corea del Sud, Hong Kong, Giappone e Cina), ma anche Stati
Uniti e, in Europa, Regno Unito e Francia, sono cresciuti praticamente
tutti a doppia cifra”, ha detto a Pambianconews Danny D’Alessandro.
Positivo anche il saldo commerciale del settore, pari a 1,9
miliardi. Segnali contrastanti, invece, arrivano dai dati relativi al
consumo dei prodotti di pelletteria da parte delle famiglie italiane: in
crescita la quantità dei prodotti acquistati (+2%), ma cala il valore
medio (-2,3 per cento).
E Mipel, il salone della pelletteria in programma a Rho Fiera dal 17
al 20 settembre, mira a intercettare questo rilancio. “Per la prima
volta dopo anni, abbiamo registrato il tutto esaurito di aziende
espositrici, con un incremento del 10% degli spazi venduti rispetto a
febbraio 2017”, spiega D’Alessandro. “L’ambizione per le prossime
edizioni è di ampliare il salone, tornando eventualmente a occupare
quegli spazi che nel tempo abbiamo perso”. Per questa edizione, la
numero 112, sono state confermate due aree, The Glamourous (in
collaborazione con la Camera Italiana Buyer Moda) e Scenario, in
partnership con Cnmi e con il coinvolgimento per entrambe di designer
emergenti e buyer italiani e stranieri. La sinergia con le Istituzioni e
le altre associazioni di settore, anche in vista del grande evento di
Milano XL, si è palesata con la partecipazione alla conferenza da parte
di Carlo Capasa (presidente Cnni), Claudio Marenzi (presidente, tra gli altri ruoli, di Smi) e l’assessore Cristina Tajani. A tal proposito, durante Milano Moda Donna e fino al 29 ottobre, sarà organizzata insieme alla Fondazione Stelline, nell’ambito del progetto “Mipel in città”, una mostra dedicata ad Andy Wahrol nella sede di corso Magenta.
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Lampi di glicine
..
La femminilità riscopre le tinte pastello per il daywear, e
luccicanti tonalità metal per la sera. Stampe animalier interpretate con
grafismi inediti. Il classico black & white alternato a righe
oblique. Acido, lime, ramarro, foresta, bottiglia, erba: il verde
conquista le passerelle.Niente di romantico o, citando le
millennials con smartphone incorporato, ‘girlish’. Pur essendo senza
dubbi una tonalità pastello il glicine, tra i colori più frequenti delle
collezioni primavera/estate 2018, non risente di alcun retaggio legato
all’adolescenza ma viene anzi utilizzato per sottolineare una certa
emancipazione sociale. I power suit di Max Mara e Victoria Beckham
mettono in risalto un codice stilistico che mixa leggerezza e autorità
senza ricorrere a nuance inflazionate come il solito office grey o il
prevedibile total black. Per enfatizzare la femminilità si ricorre alle
trasparenze impalpabili viste sulla passerella di Angela Missoni che ha festeggiato i vent’anni al timone creativo della maison di famiglia.Dopo il tramonto optare per tessuti glitterati, la lunghezza dell’orlo è
variabile ma le calzature rasoterra sono bandite, pena il rischio di
essere confuse per liceali in libera uscita. Da sempre le stampe
animalier evocano le provocanti creazioni di Roberto Cavalli. L’esordio di Paul Surridge,
nuovo direttore creativo del brand, ha tenuto conto dell’intramontabile
desiderio di seduzione a cui vengono associati i pattern felini ma,
allo stesso tempo, un grafismo inedito ha saputo rielaborarli in maniera
pulita, lineare, contemporanea. La sfilata-tributo dedicata a Gianni Versace
in occasione del ventennale della scomparsa dello stilista non ha solo
riportato sulla passerella le top model dei mitici anni 80 ma ha anche
ricordato quanto lo stilista calabrese fosse in grado di eccellere
nell’enfatizzare la sensualità del corpo femminile, tra stampe pop,
barocche e, ovviamente, animalier.Prada, Gucci e N°21
eleggono a capo must-have il graffiante soprabito stampa all over,
magari in vernice o bordato di pelliccia. Se non si sa da che parte
andare meglio esplorare nuove strade stilistiche anziché rifugiarsi in
quelle già percorse. Lasciare agli architetti linee verticali e
orizzontali per tuffarsi in un guardaroba animato da righe oblique. I
colori a contrasto delle bande assicurano una joie de vivre dal sapore
retrò, vedi Antonio Marras. La vivacità degli anni 80 rivive attraverso accostamenti audaci firmati Philosophy di Lorenzo Serafini e giacche over viste sulla centesima passerella di Dries Van Noten. Da Kenzo e Fendi,
invece, le linee non si limitano a seguire una sola direzione ma si
incontrano, scontrano e sovrappongo in un crash visivo ipnotico. Per far
riposare lo sguardo tenuto costantemente in ostaggio dagli schermi
retroilluminati di tablet e smartphone basta azzerare la gamma spettrale.Ripudiare effetti speciali e proiezioni 3D in favore di un classico in
bianco e nero. Il fascino senza tempo di Grace Kelly e Isabella
Rossellini sembra aver ispirato le eleganti proposte che hanno come
protagonisti lo yin e lo yang della scala cromatica. Persino un creativo
maximalista come Fausto Puglisi ha virato verso il raffinato black and
white fatto di pizzi, macramè e trasparenze ispirate all’american icon
Carolyn Bessette.Dalle grafiche optican di John Richmond ai fiori stilizzati di Marc
Jacobs anche le stampe sembrano dare priorità unicamente a luce
accecante e buio assoluto, senza sfumature intermedie, ad eccezione del
verde. Il colore un tempo meno utilizzato dai fashion designer si prende
la sua rivincita tra fiori wallpaper (Marni), omaggi all’Oriente
(Roccobarocco) e patchwork (Stella McCartney). Dalle sfumature smeraldo
al denso color bosco passando per i pigmenti più acidi fino al verde
ramarro. Perfetto in total look oppure accostato ad accessori in
contrasto, sconsigliato a chi non ha voglia di osare, ideale per le
addicted dei filtri tecnicolor cresciute osannando le tele ipersature di
Andy Warhol.Proprio il Re Mida della Pop Art apprezzerebbe certamente gli abiti
satinati, glitterati, brillanti, luccicanti, abbaglianti che ricordano
le mise indossate dalle dive del mitico Studio 54. Dai mosaici di Maria Grazia Chiuri per Christian Dior alle proposte new-glam di Francesco Scognamiglio,
un po’ eighties, un po’ femme fatale. La notte si illumina si cromie
metalliche che celebrano la vitalità di quegli anni strizzando l’occhio
ai celebri outfit della Carrà catodica e, contemporaneamente, alla
stagnola di certi cioccolatini nostrani. Tempi duri per i fautori di
Mies van der Rohe: less is a bore.
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GB